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Batteria del Semaforo

(o del Telegrafo)

 

Descrizione

Procedendo nell'interno del Forte Cappuccini verso il Guasco, oltrepassato il vecchio faro fatto costruire da Pio IX nel 1859, si incontra la Batteria del Semaforo. E' costituita dal parapetto con la scarpa interna in muratura e con un traversone che separa il terrapieno in due tratti per due coppie di pezzi.

È munita di un ricovero e di quattro riservette capaci di contenere n. 50 proiettili e 150 cartocci per pezzo. Quota della linea di fuoco m. 98,03 e 100,05.

Il telemetro di cui la Batteria è provvista può essere rettificato su ben quattro capisaldi, quello dello scoglio della Volpe, del Molo nord, delle Torrette e della foce dell'Esino. Adiacente alla Batteria trovasi un magazzino per il materiale.

 

Come arrivare

La batteria si trova all'interno del parco del Cardeto. Da qualunque ingresso, seguire le indicazioni per il vecchio faro.

 

Che cosa vedere

Le piazzole, perfettamente conservate. Il ricovero e le riservette sono in buonissime condizioni, ma ufficialmente chiuse da un cancelletto.

 

Armamento

- 4 obici da 24 GRC Ret in barbetta, per battere il tratto di mare davanti l'imboccatura del porto.

 

Munizioni

- 50 proiettili e 150 cartocci per pezzo.

Le piazzole di destra della batteria.

Batterie del Regno d'Italia

 

Le difese disposte dal Governo Italiano si articolava no su due fronti: quello marittimo e quello terrestre.

Il fronte di mare ha lo scopo di proteggere la zona del porto e

di impedire eventuali sbarchi sulla costa a monte della città. Si

suddivide in due settori distinti, cioè quello a nord-est corrispondente alla costa inaccessibile verso il Conero e quello a nord-ovest che segue le banchine portuali e si estende ad un tratto di spiaggia verso Falconara. Il compito della difesa è assunto da batterie, in genere in barbetta, nel primo settore così distribuite:

- Batteria S. Giuseppe Superiore a ridosso del Cardeto;

- Batteria S. Giuseppe Inferiore;

- Batteria S. Teresa Alta sulla spianata dei Cappuccini;

- Batteria S. Teresa Bassa;

- Batteria Semaforo (ex Telegrafo);

- Batteria S. Luigi;

- Batteria S. Augusto;

- Forte Marano.

L'obiettivo di queste artiglierie consiste nel battere le acque a

nord e di rovescio alla città che da quella parte potrebbe essere

bombardata per l'insellatura giacente fra i monti Cardeto e Guasco.

 

Il secondo settore difende la zona portuale e le acque al largo

dell'ampia insenatura alla cui estremità trovasi la Piazzaforte,

mediante le seguenti opere:

- Batteria Molo (ex Lanterna);

- Batteria S. Agostino;

- Batteria Dorica Superiore;

- Batteria Dorica Inferiore;

- Batteria Porta Pia Superiore;

- Batteria S. Lucia;

- Batteria Alfredo Savio.

Era prevista anche una Batteria sul piazzale adiacente alla Porta

di Capodimonte, in caso di emergenza.

Le piazzole di sinistra della batteria.

Interno del ricovero.

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